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Progetto Fattoria Sociale il Balancin - Cooperativa Sociale Balancin

 

Il progetto Fattoria Sociale Balancin nasce nel 2005 per iniziativa della Cooperativa Sociale Arkè, cooperativa sociale di tipo “B” attiva sin dal 1995 a Pavia nel settore della produzione industriale (gestione di un’officina per la produzione di cablaggi elettromeccanici) e di servizi di pulizia e ristorazione.

A partire dal 2001, Arkè ha deciso di investire anche su un progetto di agricoltura sociale, un allevamento di lumache da gastronomia e, dopo alcuni anni, una produzione di ortaggi a favore dei Gruppi di Acquisto Solidale del territorio.

Il progetto ha favorito la creazione di un’interessante rete di contatti con il modo agricolo ed ha prodotto una rete di relazioni proficua con alcune piccole aziende agricole locali, insieme alle quali, dal 2005, si è iniziato a ragionare su un progetto di collaborazione che prevedesse, oltre ad attività di integrazione sociale per persone con invalidità civile o difficoltà personali, anche lo sviluppo di azioni commerciali congiunte, indirizzate nei primi tempi principalmente verso i GAS, con i quali Arkè già aveva rapporti di fornitura dei suoi prodotti, successivamente verso una platea più vasta, raggiunta grazie al passaparola e ad una prima, embrionale, attività di vendita on line con consegna della spesa a domicilio.

Questo settore di attività e progressivamente cresciuto, sia come interesse degli interlocutori che come risultati economici, intercettando la crescente sensibilità dei consumatori verso le tematiche del mangiare sano, del consumare prodotti locali e di stagione, del favorire produttori “etici”.

A partire dal 2009, quando la grave crisi globale economico-finanziaria  ha investito gran parte del settore manifatturiero ed in modo particolare il settore della produzione elettromeccanica, Arkè ha deciso di fare  fronte alle crescenti difficoltà derivanti dal numero sempre minore di commesse che venivano richieste all'officina di cablaggio, puntando su nuovi progetti, che potessero spostare l’asse della cooperativa dalla produzione industriale a settori innovativi e di maggiore prospettiva.

Tra questi, il progetto Fattoria Sociale Balancin è stato senza dubbio quello sul quale si è maggiormente investito, in primo luogo cercando di allargare la rete di fruitori della produzione di ortaggi ed il numero di clienti serviti con lo strumento della spesa on line. Successivamente, dal 2012, aprendo un piccolo negozio in centro a Pavia  ed infine, dall'anno successivo, avviando i primi esperimenti di trasformazione, organizzando un embrionale settore che si occupasse di proporre catering e rinfreschi, indirizzato prevalentemente alle associazioni di volontariato del territorio.

La scommessa imprenditoriale, da questo punto di vista, è risultata vincente: tutte le attività del progetto Fattoria Sociale Balancin sono lentamente, ma costantemente, cresciute ed è risultato evidente, analizzando con attenzione i centri di costo delle varie attività della cooperativa, che questo progetto aveva gambe per camminare in autonomia, per crescere ulteriormente e per generare una nuova impresa sociale che si occupasse in maniera esclusiva dello sviluppo di queste attività.

Tutto ciò è stato confortato dai risultati degli ultimi due anni, nei quali si è cominciato a preparare il terreno per un percorso di questo tipo, in primo luogo dedicando alcune risorse umane allo sviluppo di questo progetto ed in seguito incominciando a dare un’attenzione particolare ai risultati economici dello stesso, immaginandolo come entità a sé, per misurarne il grado di sostenibilità in vista di un prossimo distacco dalla casa madre.

Il processo si è compiutamente definito nel corso del 2016 e, a partire dall'inizio dell’anno in corso, si è incominciato a ragionare concretamente sulle modalità di avvio di una start-up che acquisisse anche formalmente le attività e si facesse carico del loro sviluppo nel solco di un progetto consolidato di imprenditoria sociale.

Si è scelto, dopo una fase di studio e valutazione durata alcuni mesi, nel corso dei quali si è simulata una gestione completamente autonoma del centro di costo Fattoria Sociale Balancin, di ricorrere allo strumento dell’affitto di ramo d’azienda, in quanto garantisce al tempo stesso il proseguimento della collaborazione con la cooperativa sociale Arkè, che è autore della progettazione e dello sviluppo dell’idea imprenditoriale, e la minimizzazione del rischio d’impresa, trattandosi dello sviluppo di attività già in essere, che richiedono di essere  implementate, invece che completamente da impiantare.

 

Perchè una Cooperativa Sociale di tipo B

Il progetto intende muoversi all'interno del perimetro delle attività che la Costituzione Italiana assegna al movimento cooperativo ed in modo particolare intendiamo riferirci al modello della cooperazione sociale, la cui Legge di riferimento è la n° 381 del 1991, che disciplina obiettivi, metodologie ed aree di intervento di questa particolare forma societaria.

Una cooperativa sociale di tipo “B” è, innanzitutto, un'impresa no profit, in cui i risultati economici sono destinati ad essere reinvestiti nell'azienda, in cui il capitale sociale è indivisibile, in cui gli amministratori sono scelti all'interno della compagine sociale ed il patrimonio costruito nel tempo è affidato a nuove generazioni di soci.

E’ un’impresa che vede la partecipazione attiva alle decisioni imprenditoriali da parte dei soci che possono, tutti paritariamente, incidere sulle scelte dell’impresa. E’ quindi uno strumento democratico, efficace e coinvolgente per la realizzazione di un’idea imprenditoriale che persegua l’interesse generale della comunità alla promozione umana ed all'integrazione sociale dei cittadini.

Le cooperative sociali di tipo “B” svolgono attività produttive finalizzate all'inserimento nel mondo del lavoro di soggetti fragili o svantaggiati, in quanto affetti da limitazioni psichiche, fisiche, motorie, psicologiche o sensoriali. Esse possono svolgere qualsiasi tipo di attività d’impresa (agricola, industriale, artigianale, commerciale o di servizi), con la specificità di destinare una quota importante delle opportunità di lavoro che riescono a ricavare, nella misura minima del 30%,  a lavoratori che, per le ragioni descritte in precedenza, rischierebbero di essere esclusi dal mercato del lavoro.

Si tratta quindi di un modello di impresa che, oltre agli obiettivi economici, si propone anche di ottenere risultati in termini di integrazione, solidarietà, attenzione alla persona ed alle sue fragilità. Al tempo stesso, in senso più ampio, la sua funzione è quella di dare impulso alla costruzione di modelli economici più equi, sostenibili, attenti alle esigenze della comunità in cui si opera e dell’ecosistema in generale.

Gli otto principi generali della cooperazione, di quella sociale in particolare, che qui ci piace richiamare, sono i seguenti:

  1.             Una testa, un voto,
  2.             La partecipazione
  3.             La natura mutualistica
  4.             La natura non speculativa
  5.             La porta aperta,
  6.             La solidarietà intergenerazionale
  7.             La solidarietà intercooperativa
  8.             La mutualità verso l’esterno.

Secondo i dati Euricse 2016, in Italia le cooperative sociali operanti sono oltre 12.000, impiegano oltre 300.000 lavoratori e fatturano complessivamente circa 12 miliardi di euro, una cifra che si aggira intorno all’1% del PIL.

Di queste, le cooperative sociali di tipo “B” sono poco più di 3.000, impiegano circa 55.000 lavoratori e fatturano oltre 2 miliardi di euro.

Si tratta quindi di un settore dell’economia nazionale che ha acquisito una certa importanza e che, cosa particolarmente rilevante, ha mantenuto sia in termini occupazionali che di fatturato i livelli precedenti alla crisi. Segnale che il modello di impresa particolarmente flessibile e dinamico che incarna si dimostra efficace anche nella gestione di congiunture difficili.