“Io ero”
Voce del verbo essere, prima persona singolare, tempo imperfetto.
- Sì ma… che cos’ero? – Mi chiede
- Una zucchina, una materia prima, un alimento, un ortaggio – Le rispondo
- E adesso cosa sono? – Insiste
- Un buonissimo sugo – Le dico con tono rassicurante
- Quindi finirò per essere mangiata? – domanda con voce tremula
- No tesoro, vivrai nei nostri corpi attraverso la tua linfa vitale
E fu così che il sugo alle zucchine si tuffò nel piatto di pasta sorridente, colorandolo di verde e di rosso.
Cosa mi ha conquistato dei prodotti "io ero" del Balancin ?
Partiamo dall’etichetta: il numero limitato e il tipo di ingredienti; non compaiono conservanti, aromatizzanti, correttori dell’acidità, insomma nessun additivo chimico. Sono esattamente preparati come quelli che potrei fare io ma con un risultato migliore.
Il lavoro che ci sta “dietro”: questi vasetti vengono confezionati da una cooperativa sociale di ragazzi che hanno necessità e voglia di lavorare, utilizzando materie prime non più vendibili perché esteticamente imperfette, evitando così sprechi, trasformando prodotti, dando una seconda possibilità sia agli ortaggi che ai giovani.
Il prezzo: si perché non è basso. Ho imparato a diffidare dei prezzi troppo bassi perché su qualcosa vanno a risparmiare: che sia la materia prima di scarsa qualità dalla provenienza e modalità di coltivazione discutibili, che sia perché si tratta di un prodotto trasformato sfruttando i lavoratori, che sia perché sono stati aggiunti additivi che rendono il prodotto conservabile più a lungo o in qualche modo palatabile, i prodotti che costano poco sono nella maggior parte dei casi di scarsa qualità e generalmente poco sani.
Quando un alimento costa poco, chiediamoci come mai, pensiamo a tutti i passaggi a cui è andato incontro prima di arrivare nelle nostre mani e chiediamoci se questi passaggi sono sostenibili; generalmente la risposta è no e alla fine sceglieremo di non acquistare quel prodotto.
Penso sia necessario imparare a risparmiare ponderando quello che compriamo, acquistiamo meno ma meglio, evitiamo inutili sprechi e impariamo a trasformare la materia prima che abbiamo in dispensa e frigorifero, come facevano le nostre nonne che non buttavano via niente.
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